Demenza

La demenza è un disturbo acquisito caratterizzato da un declino della cognizione che coinvolge uno o più domini cognitivi (apprendimento e memoria, linguaggio, funzione esecutiva, attenzione complessa, funzione percettivo-motoria, cognizione sociale). I disturbi sono tali da interferire con la funzionalità e l’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Le demenze possono essere primarie o secondarie. Le forme “primarie” sono dovute alla morte delle cellule cerebrali per cui i sintomi tendono a peggiorare nel tempo in modo irreversibile. La demenza primaria più comune è la malattia di Alzheimer.
Le demenze “secondarie” sono quelle la cui progressione può essere rallentata o arrestata se la causa sottostante è adeguatamente identificata e trattata. È questo il caso della demenza vascolare, di disturbi metabolici (es. patologie della tiroide, renali, diabete), carenze vitaminiche (es. carenza di vitamina B12), malattie infettive ed infiammatorie del sistema nervoso centrale o l’esposizione a sostanze tossiche (es. alcool, farmaci e metalli pesanti).
Il decadimento cognitivo lieve (MCI) è una condizione intermedia tra lo stato cognitivo normale e la demenza, caratterizzata da disturbi cognitivi oggettivi che non sono tali da compromettere la funzionalità nella vita quotidiana. Non necessariamente evolve in demenza.
Una valutazione completa della demenza richiede un esame fisico completo, incluso quello neurologico, e un esame dello stato mentale tramite test cognitivi di screening come il Mini-mental State Examination (MMSE). La valutazione include studi di laboratorio e di imaging ed ulteriori eventuali accertamenti in pazienti selezionati.
La terapia ha lo scopo di mantenere il più a lungo possibile l’autonomia del paziente.
Sebbene non esista attualmente alcuna cura disponibile per le forme neurodegenerative, vi è una classe di farmaci (inibitori delle colinesterasi) in grado di rallentare il decorso della malattia nelle forme iniziali. Sono inoltre disponibili trattamenti che possono migliorare alcuni sintomi della malattia, come i disturbi comportamentali.
La terapia non farmacologica prevede la correzione di eventuali fattori di rischio vascolare, interventi sullo stile di vita (es. esercizio fisico aerobico) e la terapia cognitiva.